Summer Intensive School

Maggio 30, 2017

Anche quest’anno sei pronto a passare questa estate all’insegna della Danza?

Danza Più propone la Summer Intensive School per
* divertirsi
* arricchire la propria preparazione
* mantenersi in allenamento, movimento e in forma durante l’estate

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Oggi vogliamo spiegarti in modo semplice alcuni elementi per capire come valutare un buon ballerino, anche grazie a un bel video.

Devi sapere che la danza, che sia classica, moderna o contemporanea, è una disciplina fatta di linee, estetica, eleganza, disegni nello spazio, ritmo.

Seguire un corso di danza o preparare un saggio non si significa soltanto mettere insieme alcuni passi: è un vero e proprio percorso, che mira alla conoscenza del corpo, al controllo dei movimenti, all’allenamento costante, al perfezionamento della tecnica e della qualità con cui si eseguiranno quei passi.

Ogni singolo movimento è ben studiato, definito, segue delle traiettorie precise: nulla è lasciato al caso. E anche quando improvvisato, richiede grande conoscenza e consapevolezza del corpo in movimento, e questo a sua volta richiede allenamento e studio. E’ questa la differenza tra “ballare” e “fare danza”.

Spesso ci stupiamo davanti a una coreografia fatta di luci, colori, effetti speciali, gambe che si alzano, grandi salti o numerosi giri. Ma c’è più di questo. E’ importante allenare l’occhio a prestare attenzione alla tecnica con cui si eseguono passi e movimenti.

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La Danza di Carattere

Maggio 5, 2017

Definizione del termine

La danza di carattere è un particolare tipo di danza, da sempre incorporata nei balletti del repertorio classico, che si basa sulle tradizioni folkloristiche e popolari di un determinato paese, evidenziandone, appunto, il “carattere” nazionale.

Si riferisce dunque ad un mondo espressivo e culturale che si pone in una zona intermedia fra le primitive forme di danza popolare e la rigida tecnica della danza accademica. Ha infatti origini antichissime ma ancora oggi detiene un posto importante all’interno del panorama della danza.

Storia dello stile

Il primo ad utilizzare il termine “danza di carattere” fu il coreografo e teorico della danza Carlo Blasis (1797-1878) che la definisce come uno stile da sempre presente sul palcoscenico europeo, ma al quale è stata attribuita un’importanza minore.

Appare infatti evidente come nel periodo preromantico questa tipologia di arte non viene apprezzata dal pubblico perché ritenuta poco raffinata e grottesca. Non si possono però non ricordare i numerosi ballerini e coreografi che invece investirono su di questa, utilizzandola per arricchire e colorare i balletti di repertorio.

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A maggio arriverà nei cinema italiani “Bolshoi Babylon”, l’ultima opera del regista e documentarista inglese Nick Read.

Descritto come “documentario drammatico”, Bolshoi Babylon getta un occhio all’interno di uno dei teatri più celebri del mondo. Per la prima volta il sipario del Bolshoi di Mosca si è aperto, permettendo l’accesso al dietro le quinte del suo palco per mostrare il retroscena della magia del balletto russo.

Ma non è sempre oro quel che luccica. Il racconto mostra un lato del balletto fatto intrighi, della sete di potere e successo, delle gelosie e delle grandi ambizioni. Per la prima volta è raccontata la tragica vicenda che ha coinvolto Sergej Filin, l’ex ballerino e direttore artistico della compagnia di ballo del Bolshoi. Si trovava davanti la porta di casa quando, la sera del 17 gennaio 2013, Filin fu aggredito da un uomo che gli gettò sul volto dell’acido solforico. Il colpevole venne poi individuato con Pavel Dmitrichenko, il ballerino solista del Bolshoi. Il fatto gettò luce su solo una parte delle dinamiche che animavano i retroscena del più importante teatro russo. Read le ha riprese, e le ha riportate in un’opera drammatica ed emozionante.

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“Uno dei più grandi coreografi e tra le migliori compagnie al mondo” così il New York Times ha definito Ohad Naharin, noto coreografo e ballerino contemporaneo che da anni porta la sua arte in giro per il mondo grazie alla Batsheva Dance Company.

Ohad Naharin nasce a Kibbutz, in Israele, nel 1952. Fin da piccolo il suo genio artistico si esprime attraverso storie, musica e colori. Nonostante la madre coreografa e ballerina, il giovane Naharin incontra la danza solo all’età di 22 anni.

La conoscenza di Martha Graham o Maurice Béjart è stata determinante nel suo modo di concepire il movimento anche se, secondo quanto riferito dall’artista, “l’influenza più importante su di me l’ha avuta negli anni 80 una coreografa sconosciuta, Gina Buntz, da cui ho imparato molto sulla velocità, la composizione dinamica, il contenuto del movimento e della forma”.

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Rudolf von Laban nasce a Pozsony (Bratislava) il 15 dicembre 1879.  E’ stato un danzatore, coreografo e teorico della danza ungherese.

Il suo lavoro volge attorno allo studio del movimento per descriverlo e analizzalo in termini razionali, affermando inoltre la correlazione che esiste tra la manifestazione del gesto nella realtà esterna e la tensione interna del soggetto: il movimento è l’espressione esteriore di una manifestazione ed un volere interiore.

Il gesto trova la sua strada tra il fluire di vari movimenti; attraverso il movimento diventa quindi espressione del soggetto, il quale dà voce alla propria interiorità.  Questo movimento diventa analizzabile seguendo dei parametri ben precisi: spazio, tempo, peso e flusso (teoria Effort-Shape).Lo studio del movimento in Laban si traduce in un vero e proprio sistema di esplorazione e codificazione del movimento in tutte le sue forme. In the Mastery of Movement egli distingue tra movimenti centripeti (dall’esterno dagli arti verso il centro, il tronco) e movimenti centrifughi (che vanno dal centro del corpo all’esterno, gli arti).

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Dopo oltre 380 esibizioni in 22 paesi diversi, con grande richiesta torna nella capitale l’energica e dirompente compagnia di David Parsons.
Per ben cinque serate il teatro Brancaccio di Roma apre il sipario alla compagnia americana “Parson Dance” con le coreografie dell’artista David Parson che con la sua “crew” ormai da anni anima e infuoca i palchi di teatri e festival.

Risale al 1985 l’anno della fondazione della compagnia che in pochi anni è riuscita ad affermarsi sulla scena della danza post-moderna americana e successivamente mondiale. Fortemente richiesti e largamente accolti i ballerini della “Parson Dance Company” offrono a chi li guarda un genere di danza ricco di energia e vitalità attraverso una tecnica ricercata caratterizzata da acrobazie mozzafiato, virtuosismi e al contempo eleganza.

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Sabato 18 ore 21:00 e domenica 19 ore 17:00 febbraio si terrà presso il Teatro Brancaccio l’evento”Serata Bigonzetti“.
Uno spettacolo vero e proprio, un omaggio alla danza e alle coreografie di Mauro Bigonzetti.
Rappresentanti di diverse compagnie nazionali e internazionali porteranno in scena le sue coreografie, realizzate negli anni in giro per il mondo e ripercorrendo così la sua carriera artistica e professionale, alla scoperta del linguaggio di questo grande artista. Ad omaggiare il coreografo saranno presenti:

Alvin Ailey American Dance Theater Linda Celeste Sims / Glenn Allen Sims  Ater Balleto Valerio Longo  Companhia Nacional De Bailado Filipa De Castro / Carlos Pinillos  International Artists Vincenzo Capezzuto / Adrien Boissonnet  Staatsballet Berlin Elisa Carrillo Cabrera / Michael Banzhaf  Stuttgart Ballet Alicia Amatriain / Friedemann Vogel

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Woolf Works

Febbraio 2, 2017

Nel nuovo e acclamato balletto del coreografo Wayne McGregor la danza e la letteratura si fondono, dando vita a una singolare ed emozionante produzione che rende omaggio a una delle più celebri e rivoluzionarie scrittrici del modernismo novecentesco: Virginia Woolf.

Il balletto affronta i temi di tre delle opere più famose di Woolf: Mrs Dalloway, Orlando e Le Onde, unendo a questi alcuni estratti dei saggi, delle lettere e del diario della scrittrice. La liricità dei movimenti dà forma alla profondità del tormentato animo della scrittrice che ha disseminato nelle sue opere frammenti dei suoi pensieri e riflessioni sulla sua vita e sul suo modo di vedere il mondo.

Una delle caratteristiche centrali di questi romanzi è la tecnica stilistica del “flusso di coscienza”, ovvero il flusso ininterrotto e disordinato di pensieri che animano la mente dei personaggi e che risultano essere i veri protagonisti dei racconti. Questa particolare tecnica, che pone l’interiorità come soggetto narrativo, è fedelmente riprodotta da Wayne McGregor.
Il coreografo fa infatti apparire in alcune sequenze differenti personaggi simultaneamente sulla scena, riuscendo a rendere visivamente la copresenza di più elementi diversi.

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Rudolf Khametovich Nureyev, considerato tra i più grandi danzatori del XX secolo, nasce il 17 marzo del 1938 a Levallois-Perret, e ci lascia il 6 gennaio del 1993.

Proprio nel mese della sua scomparsa, a distanza di 24 anni, vogliamo condividere la bellissima “Lettera alla Danza” che scrisse quando i suoi giorni stavano ormai volgendo alla fine.   

Lettera di Rudolf Nureyev
“Era l’odore della mia pelle che cambiava, era prepararsi prima della lezione, era fuggire da scuola e dopo aver lavorato nei campi con mio padre perché eravamo dieci fratelli, fare quei due chilometri a piedi per raggiungere la scuola di danza.

Non avrei mai fatto il ballerino, non potevo permettermi questo sogno, ma ero lì, con le mie scarpe consumate ai piedi, con il mio corpo che si apriva alla musica, con il respiro che mi rendeva sopra le nuvole.
Era il senso che davo al mio essere, era stare lì e rendere i miei muscoli parole e poesia, era il vento tra le mie braccia, erano gli altri ragazzi come me che erano lì e forse non avrebbero fatto i ballerini, ma ci scambiavamo il sudore, i silenzi, a fatica.

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