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Associazione Danza Più augura buone vacanze a tutti!

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Buone vacanze e Buon Divertimento!

 

 

È con grande piacere ed emozione che vi aspettiamo tutti al nostro saggio di fine anno!

Appuntamento al Teatro Vigano domenica 12 giugno alle 18.30 in Piazza Fradeletto 17.

In scena “Coppelia”!

Vi aspettiamo, non mancate!

 

“Non danzate i passi, ma ciò che sta dietro (o dentro) di loro, i pensieri che li generano!”

(Anonimo)

 

La danza, in quanto forma di espressione, rappresenta uno straordinario mezzo di comunicazione. In una performance, che si tratti di un balletto classico o di una coreografia contemporanea il danzatore si ritrova davanti a un compito estremamente complesso ma che, se eseguito in modo convincente, può rappresentare il vero elemento vincente dell’intera esibizione: l’interpretazione.

Parliamo, a questo proposito, dell’interpretazione emotiva ed espressiva del personaggio che si sta impersonando. Ovviamente per personaggio ci si può riferire tanto a un essere concreto (ad es. Cenerentola nell’omonimo balletto) quanto ad un’idea astratta, come avviene nella danza moderna e in quella contemporanea dove c’è una maggiore libertà di espressione svincolata dai canoni accademici, per cui più che ad interpretare una “storia”, il danzatore esprime concetti e sentimenti di ordine superiore.

Concentriamoci ora sulla prima accezione, quella che riguarda l’interpretazione di un personaggio del balletto classico.

Come si fa a “entrare nel personaggio”?

Per prima cosa è fondamentale studiare il personaggio. Proprio come fanno gli attori, il danzatore deve informarsi e carpire quante più informazioni possibili su di lui. Conoscere chi si sta interpretando permette di colorare la propria esibizione con sfumature che rendono più veritiera l’esecuzione.

Cogliere il comportamento del personaggio è il secondo passaggio. Oltre a riprodurre il modo di muoversi e di gesticolare è fondamentale comprendere i pensieri del personaggio, le sue emozioni, i suoi atteggiamenti fino ad arrivare a cercare di leggere il mondo secondo la sua prospettiva. A questo punto vi è l’immedesimazione nel ruolo. Il danzatore può così “sentire” ciò che interpreta e non limitarsi ad una mera esecuzione dei passi ma ad una vera e propria interpretazione del personaggio.

Ovviamente indossare gli abiti e acconciare i capelli come il personaggio che si vuole eseguire è un passaggio non meno importante che completa il processo.

L’obiettivo da realizzare è quello di coinvolgere a tal punto lo spettatore da portarlo a credere che ciò che sta osservando sia realtà e non finzione!

Non si può nascondere che lo studio dell’espressività sia fondamentale, tanto quanto lo studio tecnico dei passi.

 

Elisabeth Cinti

 

 

Visualizzazione: la formazione di un’immagine mentale di qualcosa

L’immaginazione è in grado di agire, anche a livello cellulare, sul nostro corpo.

La visualizzazione è una tecnica che consiste nel creare delle immagini mentali. Per esempio, nella danza si possono visualizzare dei movimenti precisi con lo scopo di:

– migliorare la percezione del tuo corpo e cosa avviene durante il movimento
– aiutare a percepire le connessioni tra le varie parti del corpo e il loro movimento
– rafforzare la capacità di ricordare una serie di passaggi
– preparare la mente e il corpo a ciò che accade, come quando ripeti un esercizio più e più volte per allenarti.

È stato dimostrato che incorporare la visualizzazione nell’allenamento del danzatore aumenta l’efficacia della performance.
Quando praticarla? Durante la tua giornata o quando il corpo inizia ad essere stanco, per cui ripetere nuovamente un determinato esercizio non aiuta. A quel punto fermati, sdraiati e visualizza quello che stavi provando.

Un consiglio per i ballerini: includi come pratica giornaliera da 10 a 20 minuti di visualizzazione.

Scoprirai come questo migliora la sintonia del movimento del corpo e aiuta a focalizzare gli obiettivi tecnici.

Anche visualizzare richiede pratica! Ecco alcuni consigli da cui partire:
– trova un momento dove dedicarti a questa pratica
– crea un ambiente adatto, confortevole e lontano da distrazioni
– chiudi gli occhi e concentrati
– se hai piacere puoi mettere della musica o rimanere nel silenzio
– concentrati sui dettagli e le sensazioni del corpo/movimento/passo su cui hai scelto di lavorare

Se ti stai preparando per un’esibizione, ecco 4 suggerimenti in più:
– l’ambiente mentale che costruirai dovrà essere più verosimile all’esperienza che andrai a vivere
– aggiungi profumi che richiamano l’atmosfera (possono essere le scarpette di danza, la lacca per capelli, qualsiasi cosa)
– aggiungi la musica in sintonia con il lavoro che andrai ad eseguire
– focalizzati su 1 obbiettivo preciso per ogni visualizzazione

I ballerini spesso elogiano la memoria muscolare e si eserciteranno fino a quando non dovranno più pensare alla coreografia. La visualizzazione permette, grazie all’utilizzo di immagini mentali, di simulare il risultato desiderato, creando un’esperienza coinvolgente nella quale corpo e mente si connettono liberi da vincoli fisici.

 

                                                             Flavia Cheli

Il 6 settembre riapre la segreteria!

Potrai scoprire le nostre novità sul territorio:

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Per info: siamo in Via del Brennero 70-72-74, ingresso e Segreteria al n 60 (Tor Lupara)

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Giugno 7, 2021

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Con en dehors (letteralmente “in fuori”) si indica il movimento di rotazione dell’anca verso l’esterno che consente all’intera gamba di girare e al piede di essere indirizzato lateralmente.  L’ en dehors è uno dei movimenti fondamentali su cui si basa la danza classica, permettono di svolgere in sicurezza e in modo più efficiente elementi tecnici e artistici della disciplina. Come ogni movimento, anche l’en dehor è migliorabile attraverso la pratica. Dance magazine ha raccolto i migliori consigli di insegnanti di danza ed esperti in medicina per migliorare e avvicinarsi il più possibile al proprio potenziale massimo di apertura.

 

1.Conosci la tua anatomia

Secondo Gayanne Grossman (insegnante al Muhlenberg College) il grado di rotazione dei nostri arti è strettamente legato a tre parti del corpo:

  • il bacino, che contribuisce da 36 a 58 gradi
  • la tibia, che contribuisce da 16 a 60 gradi
  • il piede, che contribuisce più o meno per 15 gradi

Questi numeri dipendono molto dalla struttura soggettiva del corpo.

Ma è ancora più importante sapere che è la forza dei nostri muscoli a determinare quanto l’arto sia capace di sfruttare il range di rotazione che ha a disposizione. Spesso infatti non si tratta di mancanza di mobilità dell’arto nella rotazione ma semplicemente di mancanza di forza, che può determinare la perdita anche di 15-30 gradi.

 

2.Trova l’allineamento ideale

Quando il bacino è posizionato nell’angolazione ideale, la testa del femore può ruotare liberamente nella cavità dell’anca (acetabolo). È possibile raggiungere il miglior range di movimento, e quindi la massima rotazione esterna, quando la pelvi si trova in una posizione neutra (ossia l’area del bacino, dalla coscia alla pelvi, deve essere piatta) e non deve essere inclinata né in avanti (bacino anteverso) né indietro (bacino retroverso). Una posizione neutra richiede l’attivazione di diversi muscoli (addominali, dorsali, pavimento pelvico e diaframma) per ridurre il carico che grava sulle teste dei femori e essere più mobili.

 

Gran parte dei ballerini ha la parte bassa della schiena e il bacino anteverso, e questo spesso a causa della poca elasticità delle bande o fasce ilio- tibiali (fascia tendinea sul lato esterno della gamba). Tale ridotta flessibilità comporta una rotazione degli arti e dei piedi. È possibile quindi in parte correggere il difetto allungando la fascia ileo-tibiale e rinforzando i glutei.

 

Ecco una pozione per allungare le fasce ilio-tibiali. È sufficiente mantenere tale posizione per dieci respiri, tre volte per lato, cercando di tenere le spalle attaccate al pavimento e lasciando che il peso della gamba allunghi l’intera fascia.

 

3.Rinforza i muscoli rotatori

Esistono dei muscoli rotatori posizionati sotto il grande gluteo che sono responsabili della rotazione. I muscoli pelvi-trocanterici sono sei piccoli muscoli sotto i glutei che uniscono le ossa della pelvi al grande trocantere del femore.

 

Questi muscoli sono importantissimi per avviare il movimento di rotazione. Un esercizio che può aiutare a rinforzarli è la clamshell:

per i più esperti è consigliato utilizzare anche delle resistence bands. È necessario ripetere il movimento in modo controllato e con un TUT (time under tension) elevato, in modo da sentire bene i muscoli lavorare finché il movimento rimane pulito. Una volta finito un l’lato si passa all’altro. Ripetere per più serie.

 

Un’altro esercizio utile prevede l’uso dei “turnout disc”, dei dischi che vengono posti sotto i piedi e che consentono di esercitarsi nella rotazione e nell’allineamento tra arti e bacino. Un esperimento analogo potrebbe essere fatto con dei semplici calzini o un asciugamano sotto i piedi.

  1. Sfrutta la visualizzazione

Susan Jeffe (insegnante alla School of the Arts dell’Università della North Carolina) suggerisce ai propri allievi di immaginare muscoli della coscia avvolgersi intorno alle ossa. In questo modo guida i ragazzi con l’immaginazione per attivare nello specifico quei muscoli vicino al punto di intersezione del tendine nel ginocchio.

L’insegnate Ashley Tuttle, invece, fa immaginare di aprire un rubinetto: ruotare la gamba nell’articolazione dell’anca allora diviene come girare la manopola di un rubinetto.

Le tecniche sono molteplici e personalizzabili, ma comunque tutte valide se consentono al ballerino di visualizzare nella propria mente il movimento in modo chiaro e riprodurlo in modo efficiente, andando a coinvolgere tutte le parti del corpo.

  1. Coinvolgi i muscoli più piccoli e nascosti, non solo i più grandi

Generalmente quando si pensa a ruotare le gambe verso l’esterno, come prima cosa si pensa a contrarre i glutei. In realtà per ottenere un maggior grado di rotazione è altrettanto importante riuscire ad attivare dei muscoli situati più in profondità. Tra questi ci sono i muscoli pelvi-trocanterici prima citati. Il grande gluteo è attivato invece per mantenere la posizione insieme agli adduttori.

 

  1. Ricorda la rotazione anche in movimento

“Turning out is an activity, not a position” (Irene Dowd, insegnate di anatomia alla Julliard School). La rotazione non è solo qualcosa che caratterizza lo stare in piedi in un determinato punto e in modo statico. L’ en dehors non è infatti una pozione ma un vero e proprio movimento e nella danza si usa nell’esecuzione di moltissimi passi. È giusto quindi applicare tutti questi principi anche quando si balla e si svolgono diversi movimenti.

 

  1. Filmati per individuare i tuoi punti deboli

Anche se l’insegnate sarà il primo a correggere, riprendersi mentre si danza può mostrare in concreto quelli che sono gli sbagli commessi, per risolverli in modo molto più repentino. Ma comunque è importante non cedere al mito per cui ci sia assoluto bisogno di una perfetta rotazione di 180 gradi per essere un ballerino. Spesso il troppo stroppia. Una posizione degli arti troppo estrema può portare a danni maggiori, che possono inficiare notevolmente sulla pratica, anche nel lungo periodo.

Molti ballerini sono riusciti in una carriera brillante senza per forza ottenere un perfetto en dehors. Sicuramente può aiutare ad ottenere una linea più pulita e compiere determinati movimenti (come una grande estensione delle gambe) ma è necessario dire che nell’arte l’imperfezione è pur sempre originalità.

Antonella Manili

 

Articolo di: https://www.dancemagazine.com/ballet-turnout-2639129413.html?rebelltitem=6#rebelltitem6

Approfondimento: https://giornaledelladanza.com/le-basi-anatomiche-e-fisiologiche-dellen-dehors/

Aprile: corsi online!

Aprile 7, 2021

Anche ad aprile corsi di Danza e di Benessere online su piattaforma Zoom:

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VENERDI’ 9 APRILE 9.30-11.00

Nella danza la memoria gioca un ruolo estremamente importante! Quante volte capita di non riuscire a ricordare la sequenza di una coreografia o gli esercizi da eseguire alla sbarra?

La cura del dettaglio è un aspetto di grande rilevanza in quanto conferisce a questa disciplina una particolare ricchezza espressiva. Per questo motivo, visto che nulla è a caso nella danza, ricordare dettagli quali ad esempio la direzione dello sguardo, la posizione delle mani o una specifica espressione del viso si rivela spesso elemento imprescindibile per la riuscita ottimale di una performance.

Ma come si fa a ricordare un numero così grande di dettagli e di passi?

La memoria può essere allenata quotidianamente, attraverso varie attività che prescindono dal mondo della danza, come ad esempio quelle che riguardano l’apprendimento (apprendere una nuova lingua, una canzone, imparare argomenti su materie di interesse personale, imparare a suonare uno strumento musicale); tutto ciò che porta a un incremento di conoscenze garantisce un rafforzamento della capacità di memorizzazione.

Nella pratica però, al di là di un costante allenamento della memoria, possiamo ricorrere a qualche trucchetto per facilitare e velocizzare la memorizzazione nella danza.

Eccone qualcuno:

1. Stare attenti
Ebbene sì, può sembrare banale ma l’attenzione e la concentrazione sono due strumenti fondamentali per memorizzare al meglio. Durante la spiegazione da parte dell’insegnante di una coreografia, o di un esercizio è fondamentale stare attenti, osservare con attenzione e ascoltare la spiegazione e i consigli che accompagnano il passo. Esser distratti o deconcentrati riduce la possibilità di ricordare per un semplice motivo: solo ciò a cui prestiamo attenzione viene immagazzinato, al contrario le informazioni sulle quali non ci concentriamo decadono. Ricordiamo inoltre la particolare funzione dei neuroni specchio che si attivano ogni volta che si guarda qualcuno compiere un’azione e hanno un ruolo di grande importanza nell’apprendimento.

2. Ripetere mentalmente
La ripetizione è la chiave dell’apprendimento. Più si ripete, più si ricorda. La ripetizione deve però partire da subito! Appena l’insegnante ha spiegato un passo, è necessario ripeterlo nella mente o anche marcarlo con il corpo. Se si tratta di una sequenza, può aiutare anche ripetere internamente il nome di ogni passo nell’ordine in cui sono stati eseguiti.

3. Scrivere
Anche la scrittura, oltre alla ripetizione verbale, è un ottimo strumento di memorizzazione. Un consiglio è quello di scrivere su un foglio, una volta finita la lezione, tutto ciò che si vuole ricordare. Importante è farlo il prima possibile, perché il tempo tende a modificare e alterare i ricordi. Nei giorni successivi si potrà rileggere il foglio e impararne il contenuto.

4. Visualizzare
Rendere concreto e visibile ciò che non lo è permette di aiutare la memoria. Quando bisogna imparare una sequenza, aiuta molto visualizzarla nella mente, anche con l’aiuto dell’immaginazione. Immaginarsi mentre si eseguono i passi, magari su un palcoscenico o in una particolare situazione rende l’informazione concreta e maggiormente assimilabile. Un consiglio, se si sta imparando una coreografia di repertorio classico o moderno, è quello di cercare video di performance di danzatori professionisti, in modo da sollecitare anche la memoria visiva.

5. Chiedere aiuto
Un errore da non commettere è quello di non chiedere spiegazione in caso di dubbi o incertezze. Infatti, imparare un passo o una sequenza in modo sbagliato comporterà un duplice lavoro: cancellare dalla mente l’informazione sbagliata e sostituirla con quella corretta. Quindi, se non è chiaro qualcosa meglio far subito chiarezza che intervenire dopo!

                                                                                             Elisabeth Cinti